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C’è un luogo nudo dell’anima, senza impronte né gravità, dove i perché e i quando sbattono irriverenti contro muri così alti che metton paura.
Un limbo fluido con corridoi che specchiano l’ombra feroce e schegge di luce che bucan le mani e hanno il profumo antico dei baci; pareti che riflettono un nome perduto; le parole son suoni destinati a rifrangersi come
un’eco impietosa e i gesti si dilatano in cerchi concentrici, sassi bianchi lanciati sull’acqua della memoria.
Esistono creature trasparenti che in un non-tempo sostano in un’anticamera abitata dalla sragione con finestre opache che attendono d’aprirsi su orizzonti cedevoli alle carezze.

                                                                                   Patrizia Masi


Che possiamo fare noi, per dare una risposta, una
direzione, un senso, a queste creature?
Che possiamo fare noi, perché il muro d’ombra e i cancelli
si aprano alla luce e alla cura buona dell’anima?
Che possiamo fare noi, perché il timore e l’impotenza
lascino il posto all’amore e l’abbraccio dei familiari sia
finalmente pieno e sereno?



                       TEATRO ITALIA

                     Via Bari 18 Roma
                 Lunedì 7 gennaio 2013
                             ore 20:00



​Personaggi e Interpreti
in ordine d’apparizione


Jolanda Annoni, la Direttrice                      Antonella Cappucci
Ramon Cianfuente, detto El Gigolò           Cristhian Perez Victoriano
Mastro, guardia carceraria                         Andrea Lacertosa
Marino Fanon, lo psichiatra                        Mauro Cursi
Luigia Dacomo, detta la Mantide              
  Sabrina Marenzi

Sante Ballottini,                                          Mimmo Appetiti            
Lina Maderni                                              Antonia Petrangeli
Camille Lazard                                           Maddalena Fierro
Ottorino Lurìa                                             Luca Mariani
Carolina Dolci                                             Monica Piastra
Jolemaria Ogliati, detta la Ciucatona          Patrizia Masi

Musiche di Vincenzo De Filippo
Vincenzo De Filippo         pianoforte
Pasquale Lancuba           fisarmonica
Francesco Marsigliese     tromba

Una produzione Bolero
Costumi          Juliette Bercham
Aiuto Regia    Antonella Alessandro

Grafica di       Francesca Visintin



Regia di Patrizia Masi     

                                            ​

Il senato della Repubblica ha approvato l'emendamento che prevede la chiusura degli O:P:G. (ospedale psichiatrici giudiziari). Tale provvedimento è unanimemente valutato come essere una importante risposta di civiltà alla domanda di umanizzare le condizioni di vita dei malati psichiatrici rinchiusi in strutture giudiziarie e, più in generale, di tutta la popolazione detenuta.

In relazione a questa importante decisione legislativa, vi è fermento tra gli enti, le associazioni, i volontari e le instituzioni che si occupano di queste tematiche, per far si che essa venga accolta nella società, tra la gente, per quello che è: una grande azione di progresso e di civiltà.

L'opera teatrale per i tema trattati (malatie mentali legate alle interazioni familiari, sociali, culturali e o.g.p) e per la tanto semplice quanto reffinata capacità artistica degli autori diventa uno straordinario strumento di comunicazione, divulgazione e conoscenza dei fenomeni psichiatrici criminali e dell'impatto sociale che producono; un utile viatico affinchè si determini una profonda presa di coscienza da parte di ampi strati sociali in funzione di una concreta riuscita del provvedimento, garantendo la realizzazione di strutture alternative agli o.p.g, adeguate all'accoglienza di cambiare e migliorare le condizioni di vita degli "ospito psichiatrici" insieme a quelle degli stessi operatori.

Lo Spettacolo

E’ difficile parlare dei fantasmi della mente. C’è poi quel sentirsi trasparenti in una vita che uccide giorno dopo giorno: un dolore insostenibile per cui si può compiere l’irreparabile. Se l’unico modo per vivere da rinchiusi è quello di accettare di avere frammenti di identità, con la conseguente alienazione da se stessi, allora è preferibile assumersi il rischio di un’evasione. La voglia di riscatto vince il grigiore di un’omologazione sicura. Una follia, quella dei personaggi, che è strumento di contestazione delle forme fasulle della vita sociale; l’arma che fa esplodere convenzioni e rituali, riducendoli all’assurdo. “Certe notti non accadono mai” è uno spettacolo libero, fuori dagli schemi, che ha come scopo quello di mettere a nudo la verità di chi parla e di chi ascolta. Protagonisti un gruppo di detenuti psicotici in fuga da un Opg, che decidono di entrare a sorpresa in un teatro e di dare spettacolo con le loro storie, provocando il pubblico. Storie che corrono su un filo surreale tra normalità alienate e devianze normali, senza cedere mai alla pesantezza del dramma, ché più è grande e vera la sofferenza umana più il narrarla assume toni e accenti metafisici e irreali.

C'èqualcosadipiùimportantedellalogica: L'immaginazione. Se si pensa subito alla logica, non si può immaginare più niente e "certe notti" forse non accadrebbero mai! Certi incontri sono destinati a risuonare in noi, ci permettono di guardarci dentro come allo specchio, in un gioco di risonanze e di riflessi. Non siamo assassini, come gli affascinanti protagonisti dello spettacolo, ma potremmo esserlo, e le nostre oscurità potrebbero essere le stesse.

 

Che cos’è la normalità e la follia? Qual è il limite, il confine tra l’una e l’altra? Dove inizia e dove finisce? Quando si sconfina?

La “diversità” che la società cosiddetta “normale” avverte come qualcosa di cui vergognarsi, un pericolo per la sua incolumità, un disagio da nascondere e da emarginare, fa paura perché svela la parte oscura di noi stessi.

 

"La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come la ragione. Quando qualcuno è folle ed entra in un manicomio, smette di essere folle per trasformarsi in malato. Il problema è come superare questo nodo, superare la follia istituzionale e riconoscere la follia là dove essa ha origine nella vita."

                                                                      Franco Basaglia

 

La sera di venerdì 30 marzo alle 20.00
sono stati invitati ad intervenire:


Mario Abruzzese
Presidente del Consiglio della Regione Lazio
Roberto Di Giovan Paolo
Presidente del Forum Nazionale della Salute in Carcere
Angiolo Marroni
Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio
Donatina Persichetti
Presidente della Consulta Femminile della Regione Lazio
Renata Polverini
Presidente della Regione Lazio
Giovanni Tamburino
Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

“Forse è così che siamo … Le storie affiorano da dentro
e ci rendono mostri. Tutta la messinscena che ci vuole
per fare entrare qualcuno nella nostra vita, e scoprire
poi le deformità, le miserie, le meraviglie, le stranezze
che ci sono dietro e che ci rendono stranezze del
creato, creature dimenticate da Noè.
Tutti i nostri luoghi oscuri affiorano sul viso, dagli
occhi, dai comportamenti … ci modificano il viso,
tutte le messinscene che presentiamo al prossimo,
per invitarlo a entrare. E non possiamo farne a meno
… come l’uomo lupo non può fare a meno dei peli.
Vorremmo liberarcene e passarli ad altri. Gettare
nell’amore, nel primo venuto, nel non conosciuto,
tutta la pena che ci siamo portati addosso, ma quella,
a staccarsela di dosso, ci farebbe perdere la faccia,
con tutto quello che la vita ha impiegato a costruirla.
Perciò, scusate le spalle, e scusate la faccia. Ma questo
è lo spettacolo … solo show.”
                                                                                  Vinicio Capossela

Parteciperà l’attore Cosimo Rega, uno dei
protagonisti del film “Cesare non deve morire” di
Paolo e Vittorio Taviani,vincitore dell’Orso d’Oro
alla 62esima edizione del Festival di Berlino

Personaggi e Interpreti in ordine d’apparizione
Jolanda Annoni, la Direttrice                   Antonella Cappucci
Ravel, proprietario del teatro                  Daniele Fischer
Scirocco                                                  Antonella Usai
Violetta Parma                                        Laura Giulia Cirino
Mastro, guardia carceraria                      Andrea Lacertosa
Ignazio Armena, guardia carceraria         Arturo Lopez
Luigia Dacomo, detta la Mantide             Sabrina Marenzi
Marino Fanon, lo psichiatra                     Mauro Cursi
Sante Ballottini,                                        Mimmo Appetiti          
Lina Maderni                                           Antonia Petrangeli
Conte Leopoldo Pollè Malnati                 Marco Majello
Carolina Dolci                                         Monica Piastra
Ramon Cianfuente, detto El Gigolò        Cristhian Perez
Jolemaria Ogliati, detta la Ciucatona      Patrizia Masi

Musiche di Vincenzo De Filippo
Vincenzo De Filippo                pianoforte
Pasquale Lancuba                  fisarmonica
Francesco Marsigliese            tromba

Danza                                     Antonella Usai

Costumi                                 Juliette Bercham
Aiuto Regia                            Vincenzo D’Angelo

Regia di Patrizia Masi

 

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CERTE NOTTI NON ACCADONO MAI….

Se avete molto caldo,
prendete un ramoscello
di Follia e piantatevelo
negli occhi

di Patrizia Masi
e Teresa Petrangeli

una produzione
BOLERO

                                  











Certe Notti non Accadono Mai

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